E’ l’incipit struggente e dolcissimo, ma anche il filo conduttore di tutto il concerto di Ferragosto per la Solennità di Maria Assunta, offertoci dalla Corale Santa Cecilia, un appello ed una supplica per la pace nel mondo. Nell’invocazione e la preghiera a Maria ci sono il grido di dolore e la disperazione, ma anche la speranza e la fiducia che l’Amore possa riuscire là dove gli uomini, travolti da presunzione e interesse, miseramente falliscono. Infine l’affidamento nelle sue mani perché ci guidi al Figlio, che ci dona gioia e grazia eterne. Questo percorso è espresso così bene dal brano di Mendelssohn per solo, coro ed organo “Drei geistliche lieder”, ma anche la dolcezza dell’affidamento a Maria del “Tota pulchra” di Bruckner o dell’ “Ave Maria” di Brahms, o la piacevole sorpresa dell’ “Ubi caritas” di Gjeilo, dove melodie e dissonanze sembrano esprimere le tensioni e le contraddizioni dell’uomo nell’affidarsi a Dio. E poi tutto esplode, quasi una conferma: certo, il Signore ci ama, ci guida, ci custodisce, e con la sicurezza di chi si sente amato, la potenza del Salmo 150 di Franck non può che farci dire ... ogni vivente dia lode al Signore, grazie Signore. Le voci limpide e melodiose, il suono dolce o maestoso dell’organo, hanno sollevato gli animi, aiutandoci anche a dimenticare, per un momento, la miseria umana. Una volta di più, non solo i cuori dei cantori, ma anche i nostri hanno battuto all’unisono, stretti dall’emozione e dalla commozione, certi che una così armoniosa preghiera non possa che giungere al cielo.