Domenica 1 Aprile, nella solennità delle Palme, si è tenuto nella chiesa monumentale di Maderno, un’elevazione musicale della Corale Santa Cecilia accompagnata al pianoforte dal M° Gerardo Chimini. Il programma si è sviluppato essenzialmente in due parti; la prima parte prevedeva una “rassegna” di brani corali e polifonici dedicati al tema della morte e della settimana santa, mentre la seconda parte è stata tutta dedicata alla composizione per pianoforte e coro di Listz chiamata “Via Crucis”. Come giustamente ha spiegato il direttore del coro, non si è trattato di un vero e proprio concerto, ma nemmeno di un’elevazione musicale come siamo abituati a intenderla; ha usato infatti l’espressione, decisamente azzeccata , di “pio esercizio”, un esercizio dello spirito. Si è avuto infatti la sensazione di assistere per un’ora ad una trasfigurazione sonora della passione di Gesù; una lenta e dolorosa ascesa verso il monte Calvario in attesa della sua Resurrezione. Dopo il più credente dei compositori, Bach, e la sua poderosa Fantasia e fuga in sol minore, eseguita al pianoforte dal M° Gerardo nella trascrizione di Listz, la severa ed elegante polifonia di Palestrina e Lotti ci ha condotto sotto la croce con il mottetto Popule Meus e la composizione a 8 voci Crucifixus, eseguiti dalla Corale con estrema compostezza e precisione. L’elevazione è proseguita con un omaggio a Mozart con l’ormai troppo inflazionato Lacrimosa, tratto dalla sua Messa da Requiem, e lo struggente Ihr Habt, da “Ein Deutsches requiem” di Brahms. In questo secondo caso non si tratta di un requiem in senso propriamente liturgico, e non ha una diretta relazione con le messe funebri in latino come quelle di Mozart o Verdi. Si tratta infatti di un'opera concepita essenzialmente per le rappresentazioni concertistiche. Questa funzione si rispecchia indirettamente nel testo, che è di forma abbastanza libera. In particolare il movimento per soprano e coro eseguito porta avanti un concetto di fondo di natura più
filosofica che politica: le persone cui portare aiuto e consolazione non sono i morti, ma i vivi. Il testo recita infatti: “Oggi la tristezza vi opprime, ma presto sarò di nuovo tra voi”. La seconda parte è stata tutta dedicata alla Via Crucis composizione per pianoforte soli e coro di Franz Listz. composta” fra il 1878 e il 1879 a Roma, completandola successivamente a Budapest. Al pianoforte è qui riservato il compito essenziale di fungere da narratore e da ponte sonoro, commentatore discreto ed evocatore di stati d'animo di forte suggestione; la "voce" prediletta scelta da Liszt per tradurre in musica l'incontro con il Mistero che accompagna l'ascoltatore lungo le stazioni della Via Crucis. Direi che si tratta di un brano per pianoforte, in cui il coro si propone, discreto, con interventi polifonici di grande effetto, come nei corali della sesta stazione, in cui vi è un omaggio al grande Bach, compositore che Listz amava in particolar modo, e nella dodicesima stazione. Stupisce in questa composizione l’estrema sobrietà e la scrittura: talvolta scarna, ridotta in alcuni casi ad una sola linea melodica, con accordi ridotti all’essenziale; talvolta così complessa e all’avanguardia da stupire per la sua efficacia e modernità. Ogni singola nota, pausa, passaggio, modulazione è stata concepita in maniera così sapiente da creare non solo un grandioso affresco storico ma soprattutto religioso. Un brano superbo. Domenica pomeriggio, davanti ad un pubblico numeroso ed attento, la grande musica è stata per tutti, ancora una volta, fonte di ispirazione per farci vivere al meglio il grande mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo.